Nuova tecnica orribile in Sicilia per dare fuoco il bosco: infatti, secondo il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, i roghi di giovedì 16 giugno che hanno devastato mezza regione sarebbero stato certamente appiccati dai piromani ma con una tecnica disarmante.
I gatti randagi sarebbero stati cosparsi di benzina e dati alle fiamme, poi lasciati liberi di correre, incendiando i cespugli e tutto quello che incontrano sulla loro strada, come fossero piccole torce pronte a seminare distruzione e caos. A rivelarlo è il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci : “Non è possibile che l’intera Sicilia sia andata in fiamme nello stesso momento, semplicemente per caso – sostiene Antoci – Una delle tecniche di incendio doloso della mafia è quella di legare uno straccio imbevuto di benzina alla coda di un gatto e dargli fuoco”.
“All’autocombustione non ci credono neanche i bambini delle elementari – ha poi aggiunto il presidente del Parco all’Adnkronos – Qui c’è gente arrabbiata per l’opera di legalità e sviluppo che abbiamo fatto partire dai Nebrodi e che come uno tsunami ha raggiunto tutta la Sicilia. E’ un’opera di ritorsione”. Per Antoci dietro le fiamme c’è “una volontà precisa, un piano ben disegnato”. Chi ha appiccato i fuochi, insomma, “sapeva quali erano le condizioni, sapeva che il vento di scirocco avrebbe impedito ai canadair di alzarsi e ne ha approfittato per raggiungere il suo obiettivo”.