Fino ad un secolo fa la neve nelle neviere era così preziosa da essere denominata “l’oro bianco”.
Veniva conservata in luoghi esposti a nord, freschi e umidi, o in costruzioni apposite: le neviere. Le neviere venivano scavate nel terreno o nella montagna (es. neviere dell’Etna) oppure erano in muratura.
Questi manufatti sono visibili in molti siti archeologici dell’area mediterranea e non solo, dall’Arabia all’India, dall’Italia all’Egitto e alle Canarie. La neve divenne un bene commerciale così ambito che furono varate leggi per regolarne la fornitura e vendita e venne istituita anche la gabella della neve.
Ovviamente veniva soprattutto utilizzata nei periodi più torridi dell’anno per refrigerarsi con bevande e cibi freschi. È dall’uso della neve è nata anche l’invenzione del gelato e dei sorbetti. Ma veniva spesso utilizzata anche come medicinale (febbri, ascessi, contusioni) e come riserva d’acqua potabile per i periodi di siccità.
Insomma nel lontano passato una nevicata era vista come una benedizione tanto che per una miracolosa nevicata avvenuta a Roma il 5 agosto del 352 d.C. suggerì al Papa dell’epoca la costruzione della chiesa Santa Maria della neve (ad nives).